Coronavirus: visione globale e nazionale

Introduzione

La brusca accelerazione nella diffusione del Coronavirus che sta caratterizzando quest'autunno, ha portato nuovamente i mass media a concentrarsi sull'argomento con l’effetto che siamo inondati da numeri e statistiche. Spesso però accade che ad una maggiore quantità di dati a disposizione non corrisponda una maggiore chiarezza del fenomeno, soprattutto quando non tutti i numeri sono, per qualche ragione, coerenti tra loro.

Anche un aggiornamento giornaliero dei dati potrebbe essere un’arma a doppio taglio in quanto ci espone a due potenziali distorsioni:

- la prima legata alla stagionalità dei dati:  per esempio di domenica molti centri dove si eseguono e/o analizzano i tamponi rimangono chiusi, pertanto è naturale che i dati di contagio di quel giorno risultino più bassi;  

- la seconda legata alla possibilità  che, concentrandoci troppo sul valore puntuale, si perda di vista la tendenza (il trend) che è un elemento importante per comprendere se la situazione sta volgendo al meglio o al peggio.

Per orientarci in questa situazione, vengono in aiuto alcuni semplici strumenti matematico-statistici o di buon senso che ci permettono di rendere l’informazione più chiara e intuitiva: in questo blog con l’uso di grafici e di piccoli algoritmi si vorrebbe rendere l’informazione, su un tema così importante e di attualità,  più fruibile e intellegibile.

Diffusione Globale

La pandemia (cioè l’epidemia con tendenza ad invadere rapidamente vastissimi territori - definizione tratta da www.treccani.it), ha già toccato, in tempi e con intensità diverse, tutti i continenti. 

Ma come è la situazione adesso?

I dati giornalieri sui contagi da Coronavirus, che  vengono diffusi con grande enfasi dai mass media, sono innanzitutto funzione dalla dimensione e dalla densità di popolazione del paese a cui fanno riferimento: negli Stati Uniti  piuttosto che in Cina i numeri in gioco sono decisamente più alti rispetto a quelli, per esempio, di Svizzera o Belgio.  Dire pertanto che i contagiati negli Stati Uniti sono pari a 8,32 mln con una variazione giornaliera di +60.000 unità non ci permette un confronto diretto con la situazione del Belgio che ha un numero di casi totali pari a 240.000 con un delta giornaliero di +8.000 unità. Inoltre puntando l'attenzione sul dato e sulla sua variazione giornaliera, non ricaviamo molte informazioni sulla tendenza e sulla velocità di diffusione del virus. 

A questo scopo, anziché utilizzare il dato giornaliero dei contagi prendiamo in  considerazione la media dei contagi degli ultimi 15 giorni e lo confrontiamo con il valore medio dei 15 giorni precedenti: dal raffronto di questi due valori determiniamo la velocità di diffusione del virus classificandola su tre livelli:

accelerating: quando la variazione media dei nuovi casi degli ultimi 15 giorni rispetto ai 15 giorni precedenti è superiore a +1%:  la velocità di diffusione del virus sta aumentando.

decelerating: quando la variazione media dei nuovi casi degli ultimi 15 giorni rispetto ai 15 giorni precedenti è inferiore a -1%: la velocità di diffusione del virus sta diminuendo.

mixed o flat: quando la variazione media dei nuovi casi degli ultimi 15 giorni rispetto ai 15 giorni precedenti è compresa tra -1% e 1%: la velocità di diffusione è abbastanza stabile.

Seguendo questo schema, come mostrato nella tabella 1, abbiamo che a livello globale il virus si sta diffondendo con una velocità di contagio di circa il 14% (significa che mediamente ogni giorno il numero di persone positive al Coronavirus aumenta del 14%); Tra i paesi in fase "accelerating" troviamo, ordinate per velocità crescente di contagio, Nord America, Oceania, Africa ed Europa; Tra i paesi in fase "decelerating" abbiamo Sud America ed Asia. 


Tabella 1


Numericamente dei 159 paesi sotto osservazione, 95 sono in fase di accelerazione e 64 in fase di rallentamento: anche da questo grafico è evidente come in Europa la situazione risulti decisamente complessa, dove solo 4 paesi (Danimarca, Montenegro, Estonia e Moldavia) mostrano una rallentamento nella velocità del contagio.



Soffermandoci ancora sull'Europa, i primi 10 paesi ordinati per velocità di diffusione del virus, sono:

Tabella 2

mentre i primi 10 paesi europei ordinati per numero medio di contagi giornalieri (ultimi 15 giorni), sono:

Tabella 3


Combinando i dati della tabella 2 e 3, solo per i primi 10 paesi con alto contagio medio giornaliero,  otteniamo il grafico successivo che mette in relazione la velocità di diffusione con il contagio medio giornaliero.
I paesi presenti nel grafico sono quelli su cui bisognerebbe concentrare maggiormente  l'attenzione e su cui si dovrebbe convogliare gli sforzi per cercare di contenere il contagio;  possiamo suddividerli in due gruppi:
- il primo costituito dai paesi con velocità di diffusione sotto il 100% ma con un numero di contagi molto alto (Britain, France, Spain);
- il secondo costituito dai paesi con velocità di diffusione superiore al 100% (Poland, Belgium, Italy, Czech, Germany e Netherlands) che, proprio in virtù di questo, hanno una crescita troppo rapida nel numero di contagi. 





Situazione in Italia
Nelle ultime settimane l'Italia sta subendo una forte accelerazione nella diffusione del virus, con un numero di persone attualmente positive ben superiore a quelle registrate nei picchi intorno a marzo di quest'anno.



Questo accade anche perché il sistema sanitario è attualmente in grado di effettuare e processare giornalmente, un numero maggiore di tamponi rispetto a quanto accadeva in passato: se infatti andiamo a prendere a riferimento il rapporto tra i nuovi e positivi e il numero di tamponi effettuati giornalmente, si nota come ci si trovi (sotto il 10%) ancora distanti dai massimi assoluti. 



Per capire se la situazione stia diventando critica per il sistema, tale da richiedere misure di intervento più  incisive per limitare la diffusione del virus (come il lockdown), bisogna guardare con attenzione il numero di persone che ricorrono alle cure ospedaliere e tra queste evidenziare quelle che necessitano della terapia intensiva.




Dai precedenti grafici risulta evidente come attualmente le persone positive al tampone rimangono per lo più in isolamento domiciliare senza quindi la necessità del ricovero ospedaliere, come invece accadeva in primavera.
 


Andando poi a vedere l'andamento degli accessi alla terapia intensiva notiamo come questo sia numericamente ancora sotto controllo, sebbene stia crescendo la proporzione di coloro, tra i ricoverati, che hanno bisogno di una assistenza intensiva.



L'italia pur avendo una velocità di contagio decisamente alta, ha, per ora, una situazione ancora sotto controllo in quanto non si ravvisano, nei numeri a livello nazionale, grosse criticità nell'assistenza ai malati di Coronavirus. La continuazione di questo trend potrebbe però mandare rapidamente sotto stress il sistema sanitario con la necessità quindi di misure di contenimento molto più incisive (lockdown). Da ciò si capisce perché è necessario agire subito per contenere la diffusione del virus.


Dati aggiornati al 20 ottobre 2020

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